martedì 7 aprile 2015

Recensione: Stai con me in ogni respiro


Ciao fanciulle!
Oggi vi parlerò di una novità che viene direttamente dall’Australia. Ha attraversato mari e monti per venire da noi e per poter emozionarci e per ricordarci di continuare a sperare, anche quando tutto sembra ormai alla frutta. Quindi, allacciatevi le cinture e scoprite con me…

  • Titolo: Stai con me in ogni respiro
  • Autrice: Jay McLean
  • Pagine: 328
  • Casa Editrice: Fabbri Editore
  • Acquistare sì o no?




  • Valutazione: 7


Cosa fate quando la situazione che state vivendo inizia a essere troppo per voi e si ha paura di non riuscire più a resistere?
C’è chi si rifugia nella fede.
C’è chi mangia finché non sente le proprie preoccupazioni scoppiare come il proprio stomaco.
E c’è chi investe tutte le sue energie in qualcosa di fisicamente stancante, come fa Blake.
Lui corre, anche di notte, quando è così tardi che è quasi mattina. Corre quando tutti dormono, riuscendo a scacciare i demoni che lo tormentano, iniziando dai genitori: separati in casa, la madre è una donna alcolizzata autrice di best-seller rosa mentre il padre è un veterano dell’esercito americano con un unico chiodo fisso in mente: far arruolare Blake.
A ogni costo.
Eppure questo non rientra nei piani del ragazzo: campione nazionale di basket per ben tre anni consecutivi e vincitore di una borsa di studio vorrebbe fare della propria passione sportiva il suo lavoro. E vedere che nessun componente della famiglia capisce quanto questo sia importante per lui… lo fa immensamente arrabbiare.
E per questo che corre. Per dimenticare, per liberare la mente, per raggiungere uno stato di perfetta pace.
Chloe non ha mai pensato al proprio futuro, per lei esiste solo la strada. Dopo essersi diplomata al liceo ha deciso di montare in macchina e di andare dove la porta l’istinto. In mente non ha un itinerario ben preciso: per lei conta più il viaggio che la strada percorsa. Ma un terribile interrogativo pende sulla sua testa: la madre e la zia sono entrambe morte di cancro al seno e lei ha paura di essere la prossima. Sa di avere una predisposizione al gene ed è per questo motivo che non vuole assolutamente affezionarsi, oppure innamorarsi, di qualcuno. Non ha permesso alla sua famiglia affidataria di adottarla, a scuola non ha amici, non ha mai avuto un ragazzo o un qualcosa simile a una relazione. Ogni tanto, quando sente il peso del mondo sulle sue spalle trova rifugio nell’alcool e nelle scelte sbagliate, come andare in un bar per poi uscirne con il primo che capita. A proprio rischio e pericolo.
È in una di queste occasioni che i due si conoscono: Blake sta correndo per liberarsi le idee e, all’improvviso, da dietro una siepe spuntano un ragazzo e Chloe con la camicetta strappata e il reggiseno ben in vista. Blake non ci pensa due volte e si butta per difendere l’onore della ragazza, anche se non l’ha mai vista e non la conosce. Ha un qualcosa che lo affascina, che lo ipnotizza, prova un istinto di protezione intenso quando è con lei. Trascorrono tutta la notte insieme, vanno a fare colazione in un bar nascosto e poi Blake la accompagna a casa. Ma la mattinata non finisce lì: si siedono sul dondolo e poi si baciano. Un bacio intenso seppur lento, che sembra non finire mai.
Poi Blake riparte in macchina, destinazione casa, anche se non smette di pensare a Chloe. Nei giorni successivi tenta di rintracciarla, ma è un’impresa alquanto ardua dato che lei non si è presentata con il suo vero nome, ma come Abby.
Quando Blake sembra aver perso ogni speranza, all’ora di pranzo la vede: all’aperto, seduta sotto un albero, un libro in mano e la testa che si muove a ritmo della musica negli auricolari. Parte subito, ma non riesce a raggiungerla.
E quando, alcuni giorni dopo ci riesce, lei è sfuggente, come se quella mattina non fosse mai esistita. È difficile vivere con Chloe, è difficile essere sua amica. È difficile star dietro alle sue decisioni: è una ragazza è come tale continua a cambiare idea.
Ma Blake ha la perseveranza dalla sua parte e, naturalmente, la voglia di stare con lei per tutta la vita. Anche quando verrà a conoscenza della sua malattia e del viaggio sulla strada, non si tira assolutamente indietro. Parte con lei, dicendole però di dover tornare a casa per la fine di settembre, ultima data utile per l’arruolamento.
Blake non ha ancora deciso, ma si sente che stare per tre mesi sulla strada, insieme a Chloe riuscirà a schiarirgli le idee.
Ma questo viaggio cambierà le carte in tavola, facendo capire alla coppia quali siano veramente le cose più importanti nella vita.
Perché è più importante seguire le passioni, l’onore oppure l’amore?
E per amore, non è forse importante mettere da parte ogni paura, ogni riserva, per imparare a vivere e combattere la malattia.
Sono i giorni belli ad essere fotografati, ma questi esistono solo se quelli brutti vengono superati.


Una recensione scritta, virtualmente, con l’inchiostro rosso, quello usato da Blake per scrivere le cose belle. I giorni neri, quelli davvero nefasti, servono a farci percepire la bellezza di quelli rossi. Una trama che ha un potenziale immenso, ma che non riesce a svilupparlo del tutto. La trama è narrata secondo due punti di vista che cercano di essere equilibrati, anche se si noterà sempre una leggera differenza.
Una trama, ancora una volta, meravigliosa, ma necessitava di due attori importanti che sapessero essere all’altezza del ruolo. Invece Blake e Chloe ricadono spesso nel cliché dei ragazzini che giocano a fare gli adulti, nascondendo il capo sotto la sabbia e facendo finta di comportarsi da grandi, anche se in realtà pensano molto a loro stessi.
Il personaggio di Blake mi è piaciuto molto: un ragazzo reale, dalle forti passioni e da una grande etica morale. Chloe, d’altro canto, l’ho trovata molto scialba: il suo voler continuare a risparmiare l’inevitabile mi stava dando sui nervi, tanto che verso la fine sarei voluta entrare nel kindle e darle una manata sulla testa.
Non lo nascondo: le mie aspettative rispetto a questo libro erano davvero mooolto alte. Dalla trama sembrava una di quelle storie che piacciono a me: drammatiche e romantiche, invece non è andata esattamente in questo senso.
Tuttavia devo riconoscere che ci sono anche dei lati positivi che, però, non hanno nulla a che fare con i protagonisti principali. È un libro che tenta di trasmettere dei valori, soprattutto quello della famiglia. Spesso è difficile crescere dei figli, che siano biologici o in affido. La madre di Blake sa di avere sbagliato molto nella sua vita, ma ha fatto il possibile per rimettersi in carreggiata. E l’ha fatto da sola, perché aveva troppa paura di deludere qualcuno.
I genitori affidatari di Chloe si sono sempre battuti per poter adottare legalmente i ragazzi che hanno ospitato: credo che si instauri fin da subito un legame e forse non è nemmeno importante renderlo legale e ufficiale. Però è proprio questo atto a renderlo reale, concreto, a farlo apparire agli occhi della gente.
E, ultimi ma non meno importanti, l’autrice dedica anche uno spazio importante ai genitori single e minorenni. È difficile mettere su famiglia quando si è adulti, ma lo è ancora di più quando si frequenta ancora la scuola. Ma è in questo caso che le forze si triplicano e non si sente più la fatica.
Alla fine non c’è differenza.
Love is love, in ogni sua forma. E adesso corriamo tutti a dare un abbraccio alla nostra mamma!

Quindi, spero che questa recensione vi sia piaciuta :) Mi raccomando, spolliciate il +1
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Un abbraccio!

Robi

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