sabato 12 settembre 2015

Recensione: Nelle case della gente


Buon pomeriggio amici e amiche del blog, come state? 
Spero bene e soprattutto spero vogliosi di novità, perché quella che voglio proporvi oggi è molto… particolare!! 
Allora iniziamo subito a parlare di questo romanzo tutto made in Italy che saprà catturarvi e smuovervi qualcosa di profondo.


Voto copertina:

Questo libro non è un romanzo qualunque, è un romanzo autobiografico di un giovane uomo che sente il bisogno di mettere in ordine la propria vita iniziando da sé e dal suo passato, di capire chi è e cosa ne vuole fare dei suoi giorni, di dare un nome ai sentimenti e alle emozioni che prova e che lo tormentano dal profondo. I suoi giorni e le sue notti sono tormentate, affannose e vissute spasmodicamente alla ricerca della propria dimensione, della propria personalità, della propria volontà, sebbene questo non faccia altro che creare nuovo e sempre maggiore affanno e scompiglio, senso di inadeguatezza e di sconfitta, di relegazione a eterno secondo e di inadatto. 
Tutte le scelte che questo giovane uomo ha compiuto sono state scelte sbagliate, sotto tutti i punti di vista e in ogni ambito della sua vita, e ciò lo ha portato a sentirsi sbagliato, quotidianamente e irreparabilmente sbagliato, alla ricerca di un qualcosa, di un qualcuno, di un se stesso che non crede potrà mai trovare. Egli si sente e sa di essere il primo e principale responsabile del suo stesso disagio interiore e non riesce a non colpevolizzarsi per questo, per ogni piccolezza e per ogni inadeguatezza e ama detestarsi perché è l’unico modo per non doversi mettere in discussione davvero e per la prima volta. 
Egli ama l’incompiuto, nella sua vita come nella sua testa, è un gioco masochistico che gli fa credere di non essere mai arrivato, di avere tempo per concludere qualcosa... ma esiste davvero al voglia di concludere qualcosa? 
La solitudine in cui vive in fondo non gli dispiace, non è mai stato bravo a condividere le sue cose, la sua vita e se stesso con qualcun altro che non fosse lui; i pochi amici che ha sono amici che si è ritagliato a misura per se sebbene tutti siano stati in grado di trovare la loro strada e il lavoro che svolge non gli da le soddisfazioni che vorrebbe ma gli ricorda continuamente che la sua passione, la scrittura, non fa per lui, che di pensieri ne ha pure tanti e buoni ma sono talmente tanto sconclusionati e in disordine da risultare ingestibili... come d’altronde la sua stessa quotidianità. 
Tutti gli oggetti che lo circondano, fortemente voluti e perfettamente disposti per occupare degli spazi ben precisi, sono il simbolo della sua dipendenza dal falso ordine, dalla falsa perfezione quasi asettica e povera di sentimenti, gli unici sprazzi di felicità e vita vera lascia che il padre glieli porti via nel tempo... già, suo padre. Un uomo che ha segnato la sua vita in modo così profondo da far male, da far paura... eppure è il nodo che deve sciogliere per primo se vuole cambiare la rotta della sua barca. E’ intorno a questa figura che ruota tutta la narrazione, intorno alla figura di questo uomo che ha segnato tutta la sua vita, dall’infanzia all’adolescenza, e al quale è legato dal denaro. Si, suo padre è un uomo votato al culto del denaro come mezzo di arrampicata e riconoscimento sociale, un uomo che del denaro ha fatto la sua vita e che si è speso per esso con investimenti che col tempo si sono rivelati sbagliati. E suo figlio, ormai adulto e deciso a ricercare la verità nella sua vita e nelle persone che lo circondano, decide di partire proprio dal rapporto con suo padre per riordinare la sua vita… un tentativo arduo e forse irrisolto, come d’altronde questo romanzo, dal finale aperto e ad interpretazione.


Non saprei come definire questa storia... sicuramente breve ma intensa, piena di parole, riflessioni, emozioni, sentimenti contrastanti e forti. E’ difficile commentarla o analizzarla perché per me è stato difficile entrarci dentro, capirne le trame nascoste e gli intrecci, forse perché più che un’autobiografia la definirei un lunghissimo monologo interiore/flusso di coscienza del protagonista al quale non sono riuscita a prendere parte. 
Ecco, questo è un dubbio che mi rimane... se questo effetto lo abbia avvertito solo io, in questo caso non sono fatta per questo genere letterario, o se il dramma del protagonista sia stato reso in modo talmente tanto “personale” da non riuscire ad essere penetrato da nessun altro, e in questo caso non condivido troppo questo taglio, che non so nemmeno se sia voluto o meno, motivo per cui opto per la prima opzione. Eppure un aspetto della narrazione che mi ha affascinata è lo stile; sebbene privo di punteggiatura infatti, o quanto meno con un uso della punteggiatura molto modico, riesce perfettamente a rispecchiare l’animo sofferente e combattuto di  questo uomo alle prese con la cosa secondo me più difficile dalla notte dei tempi ad ora: capire chi si è, come lo si è diventato e soprattutto chi si vuole essere e come.

***


Per conoscere ancora più a fondo questo romanzo abbiamo ben pensato di fare qualche domanda alla mente che lo ha creato, per cui vi presentiamo Mirko Tondi, che ringraziamo già da ora per essersi gentilmente messo a nostra disposizione e per essersi fatto conoscere.

1.     Ciao Mirko, benvenuto in AnniDiNuvole, tutto bene? Siamo molto felici di averti con noi, ma toglici una curiosità… come ci hai conosciute?
Ciao a voi, tutto bene, grazie. Anche per me è un piacere essere sulle vostre pagine web. Vi ho conosciute grazie a una recensione che avete fatto al libro di un amico. Mi è sembrata una recensione molto attenta, professionale. Allora mi son detto: “Perché non proporre anche il mio testo?” E così, eccomi qua.

2.     Una piccola domanda di rito che ci fa scoprire molto dell’autore: cosa o chi ti ha spinto alla scrittura? Come sei approdato in questo mondo?
Ho scoperto che mi piacesse scrivere quando nel 2003/2004 ho frequentato un corso di sceneggiatura cinematografica. Da lì, ho cominciato a buttare giù soggetti, poi sceneggiature per cortometraggi, in seguito racconti e poesie (sì, c'è stata anche la parentesi poetica... non proprio il mio forte, però). Poi mi sono approcciato anche alla forma del romanzo. Tuttavia rimango un inguaribile scrittore di racconti, pur sapendo che in Italia non c'è molto mercato per le raccolte di autori emergenti.

3.     Veniamo al tuo libro, come è nato “Nelle case della gente”? Cosa significa questo titolo e qual è l’idea di fondo di questo romanzo?
Il libro è nato durante una chiacchierata con un amico scrittore, che mi incoraggiò dicendomi “Questa storia la devi raccontare”. Il titolo è inevitabilmente legato al contenuto, visto che le vicende ruotano attorno alla casa del protagonista. Ma non solo. È anche lo spunto per una riflessione più allargata, qualcosa di universale, cioè il fatto di possedere una casa, di abitarla, di arredarla, di nascondere o custodire in essa segreti, ricordi, aspetti problematici di sé. L'idea di fondo è quella di partire proprio dalla casa come fonte di ricordi, il contenitore della propria identità. Non è forse vero che spesso, vedendo le case delle persone che conosciamo, ci ritroviamo a dire “Però... quella casa gli assomiglia proprio”. Il protagonista compie dunque una sorta di tour della propria abitazione, navigando tra le stanze in un rapporto continuo e quasi vivente con gli oggetti. Tra le tematiche importanti del libro, anche il rapporto tra padre e figlio.

4.     Il personaggio principale della narrazione è un giovane uomo alla continua e spasmodica ricerca di sé, del suo passato e della sua identità presente; lo stile della narrazione è trafelato e affannoso, come le sue giornate. Come mai hai deciso di affrontare questo tema? Riguarda o ha riguardato un poco anche te?
Questo tema certamente mi riguarda, e credo un po' tutti quelli che fanno fatica a pensarsi ormai adulti, persone che devono fronteggiare problemi e trovare soluzioni. Mi interessa poi tutto ciò che irrisolto, ciò che dà un senso di incompletezza. Così è il protagonista del libro, uomo con delle parti mancanti che cerca di colmare i buchi della propria identità. La valenza nostalgica degli eventi passati è poi di innegabile fascino, nonché, nel mio caso, di ispirazione costante.

5.     All’interno della narrazione ci sono molti riferimenti a Firenze e in generale all’Italia molto precisi, hai attinto a qualche ricordo/esperienza personale?
Il romanzo voleva essere anche un ritaglio dell'attualità, dei tempi che viviamo, della precarietà che si respira nel nostro Paese, un alone che rimane sempre presente a dirci che “No, non va bene” anche quando invece le cose filano lisce. Riguardo a Firenze, ricordo ed esperienza si fondono, essendo io nato e cresciuto in questa città. Città con cui però, per me come per il protagonista, c'è un rapporto ambivalente, di ammirazione verso l'indiscutibile bellezza ma insieme di insoddisfazione verso l'atmosfera generale. La storia di questo personaggio, essendo lui stesso molto ambivalente, capace di amare tutto e odiare tutto nello stesso momento, dunque non poteva che svolgersi qui, a Firenze.

6.     Infine un angolo spoiler… dicci, hai qualche progetto in cantiere?
Sì, ho già scritto un altro romanzo che presto verrà pubblicato, però del tutto diverso da questo. “Nelle case della gente” forse è solo una parentesi della mia produzione, scritto con uno stile diverso rispetto al solito, una specie di flusso di coscienza in terza persona, un romanzo intimista che è stato difficile portare a termine. Il nuovo invece non saprei neanche come definirlo, direi forse un noir umoristico ambientato nel futuro, un pastiche fatto di schemi che si rompono. Devo dire che tra tutti i generi, il fantastico e l'umoristico sono quelli che preferisco scrivere, nel senso che mi permettono una cosa fondamentale, ovvero di divertirmi mentre lo faccio (ricordo sempre, a questo proposito, le parole di Ray Bradbury, che privilegia prima di tutto il piacere, il gusto di scrivere). Ho anche dei racconti di questo tipo, e preso li raccoglierò in una nuova raccolta.

Grazie mille della tua pro positività e disponibilità, speriamo di rivederci presto! Un grande saluto da tutto il team di AnniDiNuvole :)

***

Bene ragazzi, per oggi da AnniDiNuvole è davvero tutto, vi invito come al solito a mettere un bel pollice in su se questa recensione vi è piaciuta almeno un pochino, a spolliciare la pagina face book, a diventare lettori fissi del nostro blog e a continuare a supportarci sempre!!
Buon fine settimana, a presto.

Sara C.
                                                                                                                                                                                                                                 

Nessun commento:

Posta un commento