sabato 23 aprile 2016

Recensione: Vertigine


Ciao a tutti! Per la nostra felicità (soprattutto la mia) finalmente  è arrivato il santo sabato. La rubrica del sabato è #amicaCE e oggi vi presenteremo il primo capitolo di cinque di una saga scritta da un'autrice francese.
Se volete leggere sui licantropi e non vi importa un cavolo amaro di come sia la trama, allora questo è il libro che fa al caso vostro.



  • Titolo: Vertigine. Le stelle di Noss Head
  • Autore: Sophie Jomain
  • Casa Editrice: Lainya
  • Pagine: 300
  • Da acquistare sì o no? Ehm nì forse?
  • Voto: 6


Voto copertina:

Hannah è la protagonista, una diciottenne che vive a Parigi. I suoi genitori la costringono a passare un'estate intera in Scozia da sua nonna, una donna che nasconde qualcosa del suo passato. Qui la ragazza rincontrerà i vecchi amici, ma se ne farà anche di altri, e tra questi troveremo il misterioso Leith.
I due si innamoreranno, ma il ragazzo nasconderà un segreto: è un lupo mannaro.
Hannah lo scoprirà? Se sì, cosa succederà? Riusciranno a vivere la storia d'amore in tranquillità o ci saranno cosa oscure e misteriose a impedire loro di stare insieme?

La saga "Stelle di Noss Head" è composta da:

1- Vertigine
2- Rivalità (12 maggio in Italia)
3- 
Accomplissement (prossimamente in Italia)
4- Origines - parte 1 (prossimamente in Italia)
5- Origines - parte 2 (prossimamente in Italia)



Ho deciso di dare la sufficienza a questo romanzo solo per come l'autrice ha strutturato la mitologia riguardante i lupi mannari. L'idea delle diverse specie di licantropia è stata molto originale, ma a parte questo, la trama è stata scontata e priva di quel qualcosa che mi faceva venire la voglia di continuare a leggere e di sapere come continuasse la storia.
Dopo aver finito il romanzo, per curiosità ho cercato diversi pareri, e ho scoperto che ci sono pareri contrastanti, c'è a chi è piaciuto molto e a chi non è piaciuto per niente. Poi un'altra cosa che è uscita fuori, è stata che è molto simile a Twilight, ma non avendo letto questa saga, ovviamente non mi permetto di metterli a confronto.
La causa principale per cui questo romanzo non mi ha appassionato, è stata la trama. Una ragazza va per tre mesi a vivere in un posto che non conosce, incontra un ragazzo, si innamorano, ma lui ha qualcosa di strano, si scoprire che è un lupo mannaro. Sinceramente a me sembra molto banale, e per di più, i personaggi non sono stati sviluppati chissà quanto, rendendo tutto molto piatto. Ci sono stati un sacco di cliché e di cose viste e riviste. Lo stile di scrittura è molto scorrevole, alcune volte un po' troppo, lasciando inesplorate alcuni aspetti che magari avrebbero reso più interessante il tutto se fossero stati approfonditi.
Che poi, una domanda che mi sono fatta sin dall'inizio è stata: Perché a diciotto anni, questa viene costretta dai genitori a partire da Parigi e stare tre mesi lontano? Ma non succedono più queste cose o sbaglio? Non lo so, forse sono io, ma sinceramente se quando avrò diciotto anni, i miei genitori mi vorranno mandare in un paesino sperduto tra le montagne Tibetane, col cavolo che io ci andrò.
Comunque a parte gli scherzi, le uniche due cose che hanno "salvato" il romanzo sono state leggere la rivisitazione sulla mitologia riguardo i lupi e sulla bellissima Scozia.
In conclusione, non so se leggerò il secondo, magari prima aspetterò che qualcuno ci faccia delle recensioni e poi deciderò cosa fare. Mi dispiace un sacco, perché l'idea generale era promettente, ma a parer mio l'autrice non ha saputo svilupparla bene.
Detto questo, ci tengo a precisare che quello che avete letto è soltanto il mio parere e che non voglio offendere assolutamente chi ha letto questo romanzo e lo ha apprezzato.

Mi raccomando, continuate a seguirci sui social e non dimenticate di spolliciare!
Un abbraccio.
Sara Z

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