venerdì 6 maggio 2016

Recensione: Capitan Swing


Buon pomeriggio lettori nuvolosi ;)
Lasciatevi tentare da una nuova e fresca #autoreemergente che oggi AnniDiNuvole vi consiglierà.
Pronti a scoprire un talento da non farsi sfuggire? Via!



Voto copertina:


“Potete uccidere me ma non potrete…” il suo collo si spezzò subito, così come le sue parole “uccidere Capitan Swing” mormorò Adam, terminando la frase per lui.
Nella lontana epoca delle campagne, dei signori e dei servi della gleba, una ragazza viveva in un castello imprigionata, stretta tra una vita che non si sentiva sua sulla pelle. I doveri, le riverenze e i sorrisi sforzati non facevano per lei. Non riusciva a vedere i contadini sfruttati, non riusciva a comprendere quei signorotti così ricchi che non lasciavano respiro e diritti a chi coltivava per loro quelle terre.
Un’epoca difficile l’anno 1830, un’epoca fatta di rivolte, un’epoca fatta del Capitan Swing.
Capitan Swing voleva la rivalsa dei contadini, voleva l’equità, voleva i valori e Rebecca ammirava quella ribellione.
Rebecca, spirito libero e imprevedibile, aveva un amico da quando era una piccola ragazzina impaurita da suo padre. Paul era stato abituato ai ritmi sfiancanti e duri della terra, si amavano silenziosamente Paul e Rebecca, perché due ragazzi come loro, così diversi, così lontani, non potevano volersi bene agli occhi di tutti.
Solo quando Paul crescendo, allontanato dal suo paese, decide di ribellarsi a quello che l’epoca gli sta mettendo davanti. Decide di essere colui che potrà salvare tutti. Un uomo, un brivido: Capitan Swing.
Da quando Capitan Swing è approdato nel paese, è apparso anche il comandante Cartwringh deciso a smascherare questo pezzente che prende il nome di “capitatano” e che porta rivolte nelle campagne per ribaltare la legge.
Adam Cartwringh ha un cuore di ghiaccio, potrebbe calpestare tutti quelli che gli si presenterebbero sul suo cammino, inflessibile e severo. Poi accade… accade l’impensabile.
Due mondi si scontrano e daranno l’inizio ai giochi.
Quando Adam incontra per la prima volta Rebecca non è un incontro deciso a tavolino, è inaspettato e doloroso. Al sapore di un bacio che sa di zucchero filato.
La vita di Rebecca da quel momento andrà in collisione, spaventata da quell’uomo in uniforma ma anche messa sottosopra da quelle farfalle nello stomaco.

Scombussolamenti, armoniche suonate nel vento, delusioni e intrighi. Tutto questo circonderanno i due ragazzi e Rebecca si troverà a chiedersi per chi il cuore batti realmente. Per Paul, il suo amico di una vita, colui che le ha tramandato gli ideali, i valori, oppure l’inflessibile Adam?
Ma Rebecca non ha possibilità di scelta, il destino, la vita, suo padre, tutti tranne lei, hanno deciso per il suo cammino. Chi si salverà?
Un romando crudo, un romanzo che racconta la vita di quell’epoca e che saprà farvi restare con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.


Abituarsi uno all’altra. Io non posso, Adam… non posso abituarmi a te. Chi ama non si abitua, ma tu questo non puoi saperlo, vero?

Ci troviamo di fronte a un romanzo storico, che a parer mio è il più ben fatto che abbia mai letto e a prima occhiata mi sono sorpresa, e continuo a sorprendimi tutt’ora che ho finito di leggerlo, come questo libro non faccia parte dei libri che troviamo sugli scaffali in una libreria.
Cari lettori, è il più bel romanzo crudo, vero, palpitante, che io abbia letto… e che spero voi leggiate mai.
Non ho parole per descriverlo, non leggo facilmente romanzi storici perché ho sempre paura che risultino pesanti e ho paura di non immergermi nel contesto in modo appropriato. Si, non li leggo facilmente ma quando me ne capita sotto mano qualcuno lo leggo con molto piacere e devo ammetterlo… questo genere è un mondo tutto da scoprire. Si, lo leggo difficilmente ma non me ne sono mai pentita e non mi pento nemmeno di aver letto “Capitan Swing”.
Che dire… è un romanzo difficile e crudo, probabilmente non adatto ai deboli di cuore o a chi si suggestiona facilmente o, meglio ancora, a chi è abituato a farfalle e arcobaleni.
Capitan Swing non lo è.

La storia dietro al libro è affascinante, ripercorre le piaghe di quello che è realmente successo a metà dell’800.
Abbiamo tutti studiato la storia a scuola. C’è a chi non piaceva e ha dovuto farla per forza e a chi veniva naturale scoprire le cose successe nel passato.
Sappiamo cosa accadeva nelle campagne, proletariati, servi della gleba, contadini, ricchi industriali… lo sfruttamento era alle stelle e inutile fare i babbioni dicendo che ora non lo siamo più. Siamo evoluti ok, ma alla fin fine non ci battiamo ancora per i nostri diritti?
Bhè… l’800 è stato forse l’inizio di tutto. E come ora e come allora, c’era qualcuno che voleva combattere il potere: Capitan Swing. Tanto di cappello all’autrice per aver preso sotto mano questo passo che quasi nessuno conosce.
Capitan Swing è "teoricamente" esistito, era la firma delle lettere intimidatorie verso i proprietari terrieri che con l’introduzione delle trebbiatrici avevano decimato il lavoro.
Capitan Swing siamo un po’ tutti noi modernizzati, possiamo vederla così.
Capitan Swing, per l’autrice, è Paul, quel bambino che si è sempre ribellato al sistema. Che ha sempre avuto il pepe nel sangue. È l’anima gemella della piccola e scoppiettante Rebecca, figlia della ricchezza. I loro destini sono vicini, si convincono loro stessi che sono fatti l’uno per l’altro.
Ma… come per ogni parte che semina rivolte, vi è l’altra che cerca di sopprimerla. Adam Cartwringh, il comandante di quella forza che cerca di arretrare il cambiamento.
Adam non si fa scrupoli, non è un uomo di cuore.
Non perde tempo a mettere i bastoni tra le ruote di chiunque si trova davanti, anche per Rebecca. Il loro primo incontro potrebbe essere visto come un preannuncio di tutto quello che sarebbe accaduto.
Rebecca e Adam, in cuor loro, sanno che qualcosa ha scatenato il cambiamento in loro stessi. Ma hanno troppa paura per spenderci del tempo per scoprire cosa.
La piccola Becky si troverà a fare i conti con quello che realmente prova. Si troverà a un bivio e le strade porteranno dall’eterno amico di sempre Paul o a quell’uomo che suona l’armonica con tale sentimento che sembra quasi essere doloroso.
Ma Rebecca sa che vuol cambiare, quella vita le va stretta e cerca in tutti i modi di salvarsi e salvare Capitan Swing, anche ingannando l’uomo che ama.
Adam è un uomo che non porta risentimento, no… perché farà pentire l’ignara vittima di quello che gli ha fatto. E non prova compassione nemmeno per Rebecca, che da lì in poi diventerà parte essenziale della sua vita.



Gentilmente, e con grandissimo piacere, l’autrice di questo bellissimo romanzo ha deciso di chiacchierare un po’ con noi per scoprire meglio come si è trovata a scrivere di questa storia e per scoprire ancora di più i tratti particolari dei suoi protagonisti.

  - Ciao Nina e benvenuta su AnniDiNuvole, iniziamo subito la chiacchierata senza indugi ;)

Ciao a tutte! Grazie a voi!

-       - Come ti sei avvicinata al mondo della scrittura? Cosa ti ha affascinato di questa realtà?

Mi è sempre piaciuto “sognare a occhi aperti”, inventare storie... e a un certo punto ho provato a metterle per iscritto, queste storie, per condividerle.  E ho scoperto che scrivere è bellissimo, soprattutto quando ti senti “ispirata”.

-       - Il periodo storico su cui hai focalizzato la storia di “Capitan Swing” è molto particolare, come mai hai deciso proprio questo secolo? C’è qualcosa che ti ha colpito maggiormente?

Amo l'Ottocento inglese e, quando penso a una storia, mi viene automatico ambientarla in questo periodo. Sarà che molte delle mie autrici preferite, come Jane Austen ed Emily Brontë, sono proprio di quel periodo.
La figura di Capitan Swing, questo condottiero leggendario che guidava i contadini nelle rivolte, alla ricerca di giustizia e felicità, ha colpito moltissimo la mia fantasia. Come ho letto di questa rivolta contadina, che prende il suo nome appunto da questo mitico “Capitano”, sapevo che prima o poi ne avrei scritto.

-       - Capitan Swing è realmente esistito, secondo te chi è oggi, in questa realtà che stiamo vivendo, un Capitan Swing moderno?

Capitan Swing è... colui che ci guida quando ci perdiamo d'animo, quando siamo imperfetti, quando abbiamo paura. È quello che sa sempre che bisogna lottare per la giustizia, per la dignità; sa che bisogna ribellarsi alle cose sbagliate anche se il prezzo da pagare può essere altissimo.
La storia è fatta da uomini imperfetti, che hanno bisogno di un ideale a cui aggrapparsi, per non perdersi d'animo nei momenti più difficili.
Uomini che hanno bisogno di Capitan Swing.
Ma no, non è esistito, non come uomo reale, almeno. Ma certo è esistito nel cuore di chi ha combattuto per quel che rappresentava.
Mi chiedi se esiste oggi... ecco, no, devo dire che non mi sembra di vedere nessun Capitan Swing all'orizzonte! Tuttavia, come dice Paul... Capitan Swing non può essere sconfitto. Quindi, forse ora sta solo sonnecchiando...

-       - Nella storia Adam era la legge, era quello ligio al dovere. Alla fine secondo te, ha rivisto il suo mondo di guardare la realtà? Ha avuto un cambiamento?

Quando incontriamo Adam, lui è un uomo che ha scelto la via più “facile”, che è quella di obbedire alla legge e all'ordine, senza chiedersi quanto sia giusto il mondo che protegge.
È la via più facile perché obbedire toglie la responsabilità di scegliere. Quando si decide da soli cosa è giusto e cosa è sbagliato si può sbagliare; e Adam ha sbagliato molto quando era ragazzo, provocando qualcosa di irreparabile. Non vuole che accada più. Vuole che siano gli altri a decidere per lui. Non può più fidarsi di se stesso.
Poi incontra Rebecca. Incontra Paul. Incontra il giovane Johnny. E il suo mondo cambia completamente, così come le sue convinzioni.

-       - Devo essere sincera, ho amato Rebecca e Adam sin dall’inizio. Da quando lui le punta il coltello alla gola, è un modo particolare cui non siamo abituati a vedere questo tipo di “corteggiamento”. Cosa ti è piaciuto di più della loro relazione?

Mi è piaciuta molto soprattutto all'inizio, il modo burbero ma protettivo in cui Adam tratta Becky, quando la incontra vicino al padiglione, quando la soccorre in fondo alle scale... ecco, quei piccoli momenti in cui Rebecca si sente protetta da lui, quando lui comincia a innamorarsene senza neppure accorgersene... sono i miei momenti preferiti.

 - Se tu guardassi la storia come una lettrice, che sentimenti avresti provato durante le violenze psicologiche e fisiche di Adam?

Ho sofferto molto anche come autrice, in verità! E la cosa più strana di tutte è che anche Adam soffriva moltissimo. Molto spesso quando un uomo è violento si pensa che lo sia per divertimento, o per indole. Nel caso di Adam, lui non si diverte a fare del male, e non è neppure nella sua indole. È solo il modo con cui acquisisce potere, e, nel caso di Rebecca, il modo in cui riesce a controllarla. Ma la violenza, se da una parte dà potere a chi la esercita, dall'altra parte chiede un prezzo da pagare, un prezzo altissimo: il senso di colpa, l'infelicità, la vergogna di sé.

-       - A proposito di violenze… è stato difficile scriverle? Più che altro a livello di sensazioni, come ti sentivi?

Alcune scene mi hanno fatto malissimo. Ancora adesso, quando scorro le pagine di Capitan Swing, mi trovo a disagio nel leggere alcuni episodi...

-       - Come hai detto tu più volte, durante tutto il romanzo, picchiare una donna in quell’epoca era vista come “cosa buona e giusta” ma secondo te non aveva bisogno ogni tanto anche l’uomo di essere ripreso?

Oh, sì, certamente. Infatti alla fine io credo che Adam capisca molto. Quando scende a patti con Rebecca, quando finalmente la vede come un'interlocutrice alla pari e non più una persona da “domare”, da sottomettere, o da guidare.

-       - Come ha capito Adam di essere innamorato di Rebecca? Cosa l’ha fatto scattare nel chiedere perdono?

Come dicevo sopra, la violenza che lui esercita, se da un lato gli fa ottenere ciò che vuole, dall'altro lo distrugge a livello psicologico. E lui resiste, resiste... ma a un certo punto, il prezzo da pagare diventa troppo alto, il dolore di Rebecca è semplicemente troppo da sopportare . Ecco, se mettiamo su una bilancia gli effetti della violenza, sul piatto di sinistra abbiamo l'effetto positivo per Adam, cioè il potere che lui acquisisce su Becky; sull'altro piatto, abbiamo l'effetto negativo, cioè il disagio che lui prova nel farle male, nel farla piangere, e infine nello spezzarla. Ed è a questo punto che il piatto di destra diventa troppo pesante, troppo! E Adam capisce che farle male è diventato insopportabile.  Deve chiederle perdono. E finalmente ammette di amarla. Fare male a chi si ama è un fardello insostenibile...

-       - Secondo te se non ci fosse stato Adam, Paul e Rebecca avrebbero avuto la loro possibilità?

In realtà io non credo. Paul era il compagno di giochi di Rebecca, quello cresciuto insieme a lei. Colui che le aveva insegnato a difendersi e che la considerava sua pari.  Era il suo migliore amico, lei avrebbe dato la vita per lui... ma era un affetto “fraterno”, da parte di Rebecca, e lei lo capisce quando incontra Adam, che è il suo vero amore. 

-       - Domanda un po’ strana… pensi di poter tornare a scrivere di loro, o Adam e Rebecca sono conclusi qui?

Mi prendi in un momento di totale crisi creativa! Posso solo dirti che ho provato a scrivere dei sequel, ma non sono mai riuscita a portarli a termine. In ogni caso... mai dire mai, giusto?

-       - Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai altre storie in cantiere? Resterai sul contesto storico o ti butterai in altri generi? Grazie per il tempo che ci hai dedicato, in bocca al lupo per tutto e ancora tantissimi complimenti per la tua bella storia.

Al momento sono in pausa creativa. Sto aspettando che una bella storia venga a bussare alla mia mente. Intanto mi godo un po' la vita, e leggo il più possibile. Per il momento, i miei progetti si riassumono così... non è molto lo so! Spero di avere presto altre novità da condividere. Intanto... grazie a te per queste intervista, è stato un piacere parlare con te e le lettrici del tuo blog!



Ecco, ora c’è un punto che vorrei personalmente chiarire per i deboli di cuore.
Come l’autrice ha anche lei stessa puntualizzato nel libro, in quell’epoca la donna era forse all’ultimo gradino della scala sociale. Era ingiuriata, calpestata e percossa dal marito. Era una cosa normale. Non ce ne dobbiamo scandalizzare.
Adam seguiva la legge, Adam seguiva il suo status di marito.
Ora, vi chiedere perché il romanzo mi è piaciuto tanto e perché dovreste leggerlo anche voi? Semplice, perché è semplicemente la vita. Forse anche un po’ la vita a cui dobbiamo sottostare ancora noi. Non con violenze, questo no. Ma semplicemente non dobbiamo nasconderci e preoccuparci solamente di quello che sembra all’apparenza.
Adam e Rebecca Ci insegnano che le cose non dette, le core sussurrate, non chiarite e la vendetta non ci porteranno da nessuna parte.
Cosa hanno portato a loro? Disguidi… una vita, un amore che non hanno potuto vivere in prima persona.
Ma come spesso accade, non dobbiamo chiuderci nella bolla del risentimento. Alle volte la felicità è più vicino di quanto noi crediamo e la svolta potrebbe arrivare dalla persona, dalla cosa, dal luogo che crediamo essere il più irrilevante possibile.
Proprio come lo è Capitan Swing.
Insomma, non abbiate paura di ribellarvi, di rischiare… è la vostra vita e va vissuta in modo da non sentirvi poi il rimpianto scivolarvi addosso.

Non vi resta che correre a leggere il romanzo e a mangiarvi le mani per non vederlo in libreria, cosa che io auguro a Nina. Che qualcuno la possa scoprire e dare la sua possibilità. Se lo merita tantissimo.

Nel frattempo vi auguro una buona lettura! E fatemi sapere cosa ne pensate.

Ila

1 commento:

  1. Ho letto Capitan Swing e Lemonade, sempre della Pennacchi, sono dei libri fantastici! Spero di poter leggere presto un altro romanzo della stessa autrice secondo me molto talentuosa.

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