sabato 13 maggio 2017

Recensione: Matrimonio di convenienza


Salve nuvoline belle.
Come state? Io ho appena finito di leggere questo libro di cui oggi vi parlerò e ho ancora dentro di me una bellissima sensazione.
Questo libro è uno di quelli che quando lo leggi vuoi sempre di più e che quando lo chiudi hai un sorrisone sulle labbra e sei soddisfatta come se avessi mangiato un piatto di lasagna con la polpettine delle nonna ma non hai messo su nemmeno 10 grammi.
Di che libro sto parlando?

  • Titolo: Matrimonio di convenienza
  • Autore: Felicia Kingsley
  • Casa editrice: Newton Compton
  • Numero pagine: 353
  • Da leggere si o no? Assolutamente si! Vi rallegrerà le giornate
  • Voto: 9


Voto copertina:


Jemma ha ereditato inaspettatamente tutto il patrimonio di sua nonna che non ha mai conosciuto. Al suo tempo la nonna Catriona aveva diseredato la mamma di Jemma perché non si era sposata con un nobile, come doveva fare per discendenza della sua famiglia.

Jemma fa la truccatrice in un teatro di serie B e non appena riceve la chiamata dall’avvocato della nonnina, che le mostra l’eredità, quasi ci rimette le penne.
Ma l’eredità ha un vincolo: per essere riscattata Jemma deve sposarsi con un nobile.
Dove trovarlo un lord a Londra?
Ashford ha perso da poco il padre, duca di Burlingham, e ora è lui il possidente delle terre, delle ricchezze ma anche dei debiti della sua famiglia. Infatti dopo la chiamata del suo avvocato per informarlo, l’adorabile padre ha lasciato una cifra spropositata di conti in rosso in molte banche del paese e Ashford non ha un quattrino da spendere senza fare inalberare sua madre lady Delphina.
Cosa fare ora?
L’avvocato in questione, comune tra Jemma e Ashford, pensa ad una soluzione: unire l’utile ad dilettevole.
Ed eccoli lì Jemma e Ashford a incontrarsi, a prendersi subito in antipatia per i loro mondi opposti in tutti i versanti e ad ascoltare il loro avvocato proporre l’unica soluzione possibile: un matrimonio di convenienza.
Jemma con un marito nobile otterrebbe la sua eredità spropositata e Ashford con un pezzettino insignificante dei soldi di Jemma potrebbe estinguere tutti i debiti.
Lineare.
Dopo il matrimonio non avrebbero nemmeno il vincolo di vedersi mai più e allo scadere di un anno potrebbero richiedere il divorzio.
Semplice… se non fosse che la notizia del matrimonio dello scapolo d’oro Ashford, duca di Berlingham, trapeli così velocemente che Jemma si vede inaspettatamente a convivere con quel damerino ingessato, nel suo mausoleo e sua madre insopportabilmente sulle righe che la deride e la punzecchia in continuazione.
Un anno, solamente un anno deve sopportare tutto quanto.
Jemma infatti è totalmente sbagliata in quel contesto di lord e duchesse, con i suoi vestiti eccentrici, il suo carattere peperino e la voglia di non sottostare mai. Ashford è pane per i suoi denti.
Non si sopporteranno, si prenderanno quasi in antipatia ma si sa… due caratteri opposti si attraggono e quando finalmente i due apriranno gli occhi l’uno sull’altro qualcosa inizierà a mettersi in moto.
Un romanzo scoppiettante, divertente, stuzzicante e romantico. Cos’altro potremmo mai desiderare dalla vita?


Per la prima volta, davvero, sono stata molto triste quando sono arrivata all’ultima pagina di un libro. Mi sono affezionata a questa storia e ho vissuto la vita dei personaggi proprio come se camminassi accanto a loro.

Ho iniziato questo libro senza sapere cosa mi aspettava, ho letto il titolo, la copertina mi aveva colpito già quando seppi la notizia della nuova uscita della Newton Compton ed eccomi lì, con il libro tra le mani e lettura iniziata.
Più leggevo più volevo sapere.
Più volevo sapere più mi divertivo.
E più mi divertivo più mi affezionavo a tutti quanti i protagonisti.
Credo che con questo libro io abbia riso come non succedeva da tempo.  La schiettezza dell’autrice è stata esilarante, la particolarità della mamma di Ashford è stata il mio colpo di grazia.

“Margaret… i sali!”


La storia potrebbe ricordare tante altre, ci sono molte venature che per chi legge romance da una vita ha imparato a conoscere e a prevedere.
Ma fatemi dire, da amante delle commedie e dell’amore in tutte le sue sfumature, che non c’è niente che cambierei in questa storia.

È una storia particolare, che inizia dalla fine.
Un matrimonio di interesse, una convivenza forzata ma credete a me che non c’è l’innamoramento veloce. Per innamorarsi Ashford, così come Jemma, per notare l’altro nei termini più fisici possibili, ci mettono davvero tanto e questo l’ho molto apprezzato. Perché solitamente basta un’occhiata e sbam! sono innamorati persi e iniziano a fantasticare sulla loro vita intima.
Ashford e Jemma non si sopportano proprio. Si stuzzicano ma senza doppi fini, odiandosi quasi. Il tutto condito da una madre invadente che non appoggia questo matrimonio senza sapere la verità, da due genitori totalmente fuori dal comune e metteteci anche due amici dannatamente divertenti e stravaganti.

L’innamoramento arriva dopo, mooooolto dopo. Con la consapevolezza di cambiare, di ottenere qualcosa da quella vita che volenti e nolenti devono accettare e conviverci.
Ecco, tutto cresce graduatamene, senza fretta, senza niente di non detto.

E tu sei lì, a sperare perché sai che i due sono fatti l’uno per l’altro, attendi, strepiti e poi succede!


E inizi a odiare tutti quelli che si mettono sulla loro strada, vedi Portia e Carter.
Ecco, se c’è qualcuno da odiare veramente in questo libro sono questi due che hanno la scritta ODIO sulla testa con tanto di neon rosso ad intermittenza.

Ma tutto questo è solo la punta del grandissimo iceberg che è la capacità di scrittura di Felicia.
Ha la bravura di far appassionare, di far nascere i brividi e di far ridere che secondo il mio personalissimo parere, al giorno d’oggi è davvero difficile trovare. Infatti pochi libri ci riescono, è dura far trapelare dalle pagine e dalle parole d’inchiostro il divertimento.
Lei ci è riuscita egregiamente!

Potrei stare qui a parlarvi altre ore di tutte le piccole particolarità della storia, ma che gusto ci sarebbe se vi dicessi tutto io? Perciò, care nuvoline, lascio la parola all’altrice con cui ho fatto due chiacchiere per sapere qualcosa di più su di lei e… mantenetevi forte! Esclusiva intervista a Jemma e Ashford!
Buona lettura e ricordatevi… leggete sempre!

Non per ultimo, correte a trovarci su facebook e sul nuovissimo gruppo "Club delle lettrici romance - AnniDiNuvole" 

Ilaria


Ciao Felicia, benvenuta su AnniDiNuvole. Grazie per la tua disponibilità a fare due chiacchiere con noi. 


Un ciao corredato da abbraccio a tutti lettori di AnniDiNuvole! Grazie per avermi accolto come ospite virtuale.


Parto subito chiedendoti come ti sei avvicinata al mondo della scrittura? 


Sono sempre stata una sognatrice, non ricordo un solo momento della mia vita che non ho passato ad inventarmi storie e a vagare nel mio mondo di fantasia. C’è stato un momento in cui mi sono trovata ad avere così tante storie e così tanti personaggi in testa che ho avuto il BISOGNO di “liberare spazio”, e far prendere corpo e vita alle idee che affollavano la mia fantasia. Questo è accaduto intorno ai dodici anni e da allora non ho più smesso.
Sono approdata alla scrittura partendo da tanta lettura, ma dopotutto bisogna imparare a camminare prima di correre, no?


C’è qualche autrice che ha segnato il tuo percorso?


Ho attraversato diversi periodi, come Picasso ha avuto quello del rosa, poi del blu. Quando ho fatto il salto dalla letteratura young (la collana “Le Ragazzine” in primis) alla narrativa per adulti, mi sono divertita a spaziare, partendo dalla libreria di mia madre. Il mio cuore appartiene a Ken Follet che reputo (a mio personalissimo parere) il maestro assoluto della ricostruzione storica. Riesce a portarti in contesti lontani nel tempo e nello spazio tenendo alta l’attenzione, a creare una forte empatia tra lettore e personaggi e ti tiene incatenato al libro. Parliamo di “mattoni” di mille pagine, tenere viva l’attenzione è qualcosa che può fare solo uno veramente bravo.
Poi sono passata ai gialli di Patricia Cornwell, ma solo la serie con protagonista Kay Scarpetta a cui sono affezionata. I thriller di Patricia non sono mai scontati ed estremamente dettagliati.
Arriviamo al rosa al quale mi sono approcciata con Sophie Kinsella e che tuttora detiene la mia preferenza assoluta tra le autrici chick-lit. Di lei ho assorbito il concetto di “Give your characters a life not only a boyfriend”, portando a descrivere e coinvolgere il lettore in quella che è la vita a 360° della protagonista, non solo quella amorosa.
E naturalmente, zia Jane Austen, che mi assiste con affetto ogni volta che sono malata.


Cosa c’è sul tuo comodino, o nel kindle, in questo momento?


Sul comodino ho cartacei e e-reader, non faccio preferenze. In cartaceo ho “Six Wives” di David Starkey, biografia completa e documentata delle sei mogli di Enrico VIII. Ammetto di avere una segreta ossessione per i Tudors.
In e-book ho appena finito di leggere “
A spasso con Bob” di James Bowen. Una storia davvero toccante che straconsiglio a chi ha voglia di leggere qualcosa di diverso dal solito. 


Cosa ha fatto scoccare in te la scintilla per questa storia? Come ha fatto a nascere Matrimonio di convenienza?


È stato un rapporto strano con Jemma e Ashford. Non avevo una storia in cui far muovere personaggi, ma solo questi due soggetti, in testa, che non facevano che battibeccare. Mi sorpresero, la prima volta, mentre mi stavo lavando i capelli: c’era questa romantica cazzuta sgangherata ragazza che diceva il fatto suo a questo altero marcantonio che non aveva nessuna voglia di starla ad ascoltare. Ad un certo punto ho pensato: cosa devo fare con voi due? 


Hai notato cambiamenti di pubblico dall’autopubblicazione alla pubblicazione per conto di una casa editrice?


Cambiamenti di pubblico non saprei, diciamo che è aumentata la risposta! L’unica cosa che posso dire è che ho riscontrato (dalle statistiche di FB) tra le followers, un discreto numero di over50, e la cosa mi lusinga tanto, perché significa che la storia abbraccia l’interesse di più generazioni.


Secondo te, mettendo da parte la causa scatenante dell’incontro tra Jemma e Ashford, si sarebbero incontrati (o scontrati) anche se le loro vite fossero state diverse?


Loro due appartengono a mondi differenti e credo che solo un evento eccezionale potrebbe portarli a collidere. In questo caso è stato il matrimonio, ma senza la vedo dura. Non so, così su due piedi, direi che l’unico caso possibile per incrociare i loro destini è: Ashford che investe Jemma con la macchina, altrimenti niente da fare…


Da autrice, qual è la parte più divertente che hai scritto?


Tutte quelle tra Ashford e Harring. Con Harring ho tirato fuori la mia parte più ignorante. 


Da lettrice, qual è la parte che rileggeresti altre mille volte?


“L’avvicinamento” tra Jemma e Ashford al club. È un traguardo talmente sudato che al bacio scatta la standing ovation (se non altro, per sfinimento).


Chi è Felicia, più Jemma o più Ashford?


45% Jemma, 55% Ashford. Di Jemma ho la pazienza. Sappiate che Jemma è paziente, anche se non vi è sembrato, è così. Sta lì a Denby, sopporta le critiche, le offese, la lontananza dai suoi, la noia, si mette a testa bassa ad auto migliorarsi per farsi andare bene una vita che non voleva. Jemma è una che, come si dice in Emilia, “tiene botta”. Di Ashford ho l’autoironia. Alla fine, lui sa benissimo di vivere in una realtà edulcorata e a suo modo se ne prende gioco. 


Orgoglio e pregiudizio o La bisbetica domata? Quale si avvicina di più a Matrimonio di Convenienza secondo te?


Entrambi fanno parte del filone “odio-amore”, ma tra Darcy e Lizzy le schermaglie non travalicano mai, La bisbetica domata è già più scanzonato e forse ce lo vedo meglio come parente alla lontana di “Matrimonio di convenienza”. 


Preferisci scrivere con la musica o immersa nel silenzio?


Musica sempre! Spotify, YouTube, iPod, dischi… basta che sia musica. È in grado di tirare fuori quelle parole che da sole non riescono a uscire. Tanto per dirne una, alla fine di “Matrimonio di convenienza” mi sono sentita in dovere di dedicare una pagina alla playlist che mi ha assistito, per ripagare il debito di riconoscenza nei confronti dei brani che mi hanno accompagnato durante la scrittura.


Ho adorato ogni parte del libro, dal maggiordomo, i genitori stravaganti di Jemma e si, ho adorato anche Delphina. Mi ha fatto ridere tantissimo e immagino che tutti i sali del mondo non l’abbiano aiutata tantissimo all’arrivo della regina… ma quello che voglio chiederti è: è difficile scrivere un romanzo fatto a commedia oppure a te è venuto tutto naturale? 


Io scrivo per divertirmi e per divertire ma non ho mai forzato la mia vena ironica durante la stesura. Le battute sono uscite da sole, complice anche il fatto che io sia una persona estremamente autoironica. Non dico che è facile scrivere commedie, o che io sia dotata in modo particolare, ma è un genere che mi è congeniale. È probabile che, se dovessi scrivere qualcosa di più impegnato, farei moooolta più fatica. 


Al momento stai lavorando su qualcosa? Sai che non mi dispiacerebbe leggere qualcosa tra Cécile e Harring? Li ho trovati perfetti l’uno per l’altra nell’esatto momento in cui li ho visti battibeccarsi. 


Ho due “portate” in caldo, in effetti, una sfornata da pochissimo.
Harring e Cécile, eh? Non sei la prima a farmi notare che hanno un nutrito fan club e a questo punto ci sono un paio di idee che mi stuzzicano, ma devo essere sincera al 100%: per ora ho lavorato ad altro. Non escludo niente però, perché li amo tanto anche io.


Ora passiamo la parola ai due protagonisti della storia: Jemma e Ashford.


Ciao ragazzi, come sta andando la vostra storia dopo l’ultima pagina del romanzo? 


A: Ciao e grazie per averci invitato! La nostra storia va bene.
J: Solo?
A: Va benissimo! – rivolto a Jemma – Meglio, così?
J: Meglio.


Come sta il piccolo Brandon? E lady Delphina?

A: Brandon è iperattivo e chiacchierone.
J: Ha preso da me.
A: Confermo, ha preso da lei. Sta iniziando a parlare e la sua parola preferita è “Leeeeee”.
J: Abbiamo il sospetto che significhi “Lance”.
A: Invece mia madre…
J: C’è la domanda di riserva?
A: Diciamo che si sta riprendendo. Non ha ancora metabolizzato la visita reale.


Cosa avete pensato la prima volta che avete visto l’altro? Dai non nascondetevi… giuro che nessuno sentirà le vostre vere impressioni. 


A: Devo essere spudoratamente sincero?
J: Se menti, me ne accorgo!
A: Ok. Quando ti ho visto alla cena con Derek ho pensato che fossi completamente fulminata. Però avevi un buon profumo.
J: Cosa???
A: Dolce, zuccheroso. Ti ho detestato, ma ho passato tutta la sera a cercare di annusarti.
J: Dici sul serio? Non stai scherzando? *occhi a cuore*
A: Mai stato più sincero. Ora tocca a te, io ho fatto outing!
J: D’accordo. Ho pensato che fossi simpatico come uno sputo in un occhio. Ma che avevi un culo niente male…
A: Scusa, quando mi avresti guardato il culo?
J: Quando ti sei alzato per andartene.
A: Oh… stasera le prendi, bimba. Quante ne prendi! Mi chiederai di smettere...
J, sibilando tra i denti: Smettila, ci guardano!
A, sottovoce: Sei tu che hai iniziato a parlare del mio culo! –
alla giornalista – Dicevamo?

Ashford come hai reagito al cambiamento di Jemma? Quanto ha inciso questo nel tuo innamoramento?


A: Non ero pronto, non mi sarei mai aspettato che fosse disposta a lavorare su se stessa per venirmi incontro.
J: Non l’ho fatto per te, l’ho fatto per me.
A: D’accordo, Jemma, però la cosa mi ha messo spalle al muro. Non avevo più scuse per sfotterti o tenerti a distanza e penso sia stato proprio quello a scatenare dei sentimenti che non prevedevo di mettere in gioco, soprattutto con te.
J: Neanche io, se è per questo.
A: Be’, che non lo volessimo era palese, ma hai messo in luce un lato di te che tenevi nascosto e mi è piaciuto.
J: Stai dicendo che se io non mi fossi impegnata per migliorarmi, non ti saresti innamorato.
A: No, mi sarei innamorato comunque, ma forse ci avrei messo di più. Dalla serata della sfilata di beneficenza ho iniziato a sognarti di notte e, se non il mio cuore, c’erano altre parti di me alle quali iniziavi a interessare…


Jemma se tu potessi eliminare un difetto, solo uno mi raccomando, di Ashford quale sceglieresti?


J: Tira tutte le coperte dalla sua parte.
A: Non è vero!
J: È vero eccome! Stanotte mi era rimasto solo un lembo di lenzuolo!
A: Vogliamo parlare dei tuoi piedi gelati?
J: Sai cosa c’è? Che io torno a dormire di là, nell’altra stanza. Ci metto un attimo ad alzare le barricate!
A: Non puoi. Ho tolto la chiave dalla porta comunicante.
J: Allora non rubarmi più le coperte!
A: E tu non mettermi i piedi nella schiena!

Quale canzone dedichereste all’altro per fargli sapere quanto lo amate?


A: Credo The Man Who Can’t Be Moved, Scripts, perché quando te ne sei andata sono tornato in tutti i posti in cui siamo stati insieme. Però anche Crush & Burn dei Savage Garden. “Let me be the one you call - If you jump I'll break your fall - Lift you up and fly away with you into the night…”
J, alla giornalista: Non canta da Dio?
A: Non dite a Harring che ascolto i Savage Garden.
J: Sono banale se dico Because The Night di Patty Smith?
A: No, perché? È bellissima. Saresti ovvia solo se mi dedicassi I Will Always Love You della Huston o My Heart Will Go On.
J: Uuuh! Stasera ci guardiamo Titanic?
A: No, ti prego? Titanic di nuovo, no!


Che fine ha fatto Carter Willoughby? Ne sai niente Ashford?
E Portia? Jemma dove l’hai nascosta? In Burundi? 


A: Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
J: Da quanto sappiamo, Portia è in caccia. Sta tampinando gli scapoli più ricchi e titolati del regno sperando di farsi impalmare da uno di loro. Personalmente, mi auguro che cada in un tombino aperto.


Se ci fosse la possibilità di tornare in dietro nel tempo, avreste preso le stesse decisioni o avreste cambiato qualcosa nella vostra storia?


A: Col senno di poi, mi sarei fatto meno scrupoli con Portia. Ho cercato di essere il più corretto possibile ma la cosa mi si è ritorta contro, quindi, metterei in chiaro subito le cose con lei.
J: Quando me ne sono andata da Denby, davo retta solo alle voci nella mia testa che mi dicevano che ero stata tradita. Come sempre, d’altronde. Quando si ha una lunga lista di corna come me, si tende a credere che le cose vadano sempre male per forza. In questo caso c’era l’aggravante del sentirmi fuori posto, perché trovavo ovvio che Ashford preferisse una come Portia. Oggi, cercherei di razionalizzare, lasciando a lui lo spazio per dimostrarmi che io avevo torto e mi stava dicendo la verità sul fatto che non mi avesse tradito.


Ora, con la consapevolezza del vostro sentimento, come affrontare un litigio? Jemma scappa ancora o Ashford la tiene stretta?


A: C’è lite e lite, ma niente di “grosso” come ai primi tempi. Battibecchiamo ogni giorno, ma fa parte del gioco e anche fare pace è metà del divertimento.
J: Quando sto per sbottare faccio un respiro, conto fino a dieci e m’impongo di ascoltare, anche se non ne ho voglia. Scappando, ho fatto un casino e ho quasi rischiato di togliere a Brandon un padre meraviglioso come Ashford, quindi basta fughe.


Brandon avrà presto un compagno/a di giochi?


A: Ci stavamo lavorando giusto prima dell’intervista. Ahi! – gomitata di Jemma – Scherzavo! No, in realtà ci piacerebbe e, da parte mia, sono curioso di vedere Jemma incinta perché, come sapete, me la sono persa.
J: Non ti sei perso nulla. Ero un dannato barile! E con la voglia di mango alle due di notte!
A: Ci pensa Lance ad andare a prendere il mango! Che problema c’è?
J: Vorrei che Brandon avesse una sorellina prima o poi, anche perché guardare Ashford che fa il papà è uno spettacolo molto sexy. È un D.I.L.F.
A: Grazie, tesoro!
J: Prego, tesoro!


Ora avete la possibilità di dire qualcosa alla vostra mamma di penna, cosa volete dirle? 


A: Brutta stronza! Mi hai mandato in bancarotta! Ti sembrano scherzi da fare?
J: Io volevo informarla che i miei genitori, nell’orto di Denby Hall, non coltivano solo verdure biologiche.
A: Scherzi a parte, vogliamo ringraziarla per averci fatto sposare, visto che sicuramente, se non fosse stato per lei, non ci saremmo mai incontrati.
J: Già, e non potrei immaginare di stare con nessun altro che non sia Ashford. Quindi, sì, grazie.




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