giovedì 1 febbraio 2018

Recensione: The golden boy



Ciao bimbe!
Oggi vi parlo di un romano che ho letto in anteprima, di un’autrice italiana ma amante dell’America. E, per rimanere in tema, iniziamo questa recensione in puro stile a stelle e strisce, dicendo che l’ARC ci è stato dato in cambio di un’onesta recensione.
Seatbelts on… here we go.

  • Titolo: The Golden Boy
  • Autore: Elisa Gioia
  • Casa Editrice: Romanzo self published
  • Pagine: 340
  • Da leggere sì o no? Bene ma non benissimo
  • Voto: 8


Voto copertina:


Chad Hart è il Golden Boy di Hollywood.
Ha iniziato la carriera di attore da giovanissimo, a soli sette anni, girando uno spot pubblicitario per delle merendine.
Da allora la sua carriera non si è fermata un attimo. Chad ha macinato un film dopo l’altro, sempre sorridente e con la battuta pronta. Non c’è una ragazza che non lo segui sui social, non c’è rivista che non lo voglia in copertina… Una carriera perfetta, una vita perfetta.
Un sogno, giusto?
La realtà non potrebbe essere più diversa.
Chad sarà anche il cuore dell’America, ma da quando la sorella è morta il suo è vuoto. Si sente incapace di amare, può donare il suo corpo… ma l’anima e il cuore rimangono severamente chiusi sottochiave in cassaforte.
Quando viene spedito dalla famiglia a New York per darsi una ripulita in previsione delle imminenti elezioni, dove la madre corre per diventare Governatore della California, non si sarebbe mai aspettato di incontrare qualcuno capace di cambiargli la vita.
E non si tratta di una frase melodrammatica, ma è davvero quello che gli succede quando incontra Summer Davis. La ragazza non lo riconosce e per la prima volta Chad crede di poter finalmente respirare aria pura e pulita, con lei può smettere di fingere ed essere solamente se stesso.
Un ragazzo che partecipa a uno spettacolo teatrale basato su Persuasione di Jane Austen.
Un ragazzo terribilmente sexy con una chimica pazzesca con la protagonista femminile, che si rivela essere proprio Summer.
Tra loro due volano sin da subito le scintille e l’unica notte passata insieme, l’ultima notte di Chad a New York, lo rende ancora più difficile da dimenticare per Summer.
Finchè, alcune settimane dopo l’agente del Golden Boy non si presenta al monolocale della ragazza con un ordine: portarla a Malibù affinché interpreti una pièce molto importante.
Che potrà risolvere tutti i suoi problemi economici.
Interpretare la fidanzata di Chad.
Anche se restia, Summer accetta ben conscia che il Golden Boy non potrà offrirle nient’altro che il suo corpo.
Oppure le cose sono cambiate anche per lui?


La prima cosa che ho pensato di questo romanzo è che la copertina è veramente da sbavo. L’ho amata da subito e mi ricorda tantissimo tutti quei romanzi americani fighissimi che hanno in copertina dei manzi da urlo. 
Ilaria può benissimo confermarlo… attendevo questo romanzo da tantissimo tempo, non vedevo l’ora di leggerlo. Solitamente non mi succede così, a meno che non si tratti di Jay Crownover oppure di Katie McGarry, ma questa copertina mi aveva affascinato così tanto da farmi rincitrullire.
Le mie aspettative erano STELLARI.
Mi aspettavo una storia d’amore con i fiocchi.
Mi aspettavo di piangere, ridere, rotolarmi sul pavimento con il kindle al petto, fingendo di aver avuto un infarto.
È troppo? Sono un po’ melodrammatica?
Beh, purtroppo questa è la verità, non posso farci nulla.
L’inizio è super promettente, i primi capitoli scorrono che è una meraviglia.
Chad è un narratore fantastico, ci fa davvero entrare nella sua testa, nella sua vita, nei suoi problemi. Abbiamo un’ampia panoramica di tutto quello che gli succede, dentro e fuori. L’ho apprezzato.
Poi conosciamo lei, la nostra Raggio di Sole, colei che dovrebbe essere capace di rischiarare la vita del Golden Boy.
Cosa che effettivamente succede.
I due hanno chimica dall’inizio, non si può dire il contrario.
Sono stupendi insieme, il lettore dimentica perfino di respirare. Le prime scene in teatro fanno letteralmente venire il capogiro.


Poi non so davvero cosa sia successo.
Chad ha iniziato a perdere fascino e Summer ha iniziato a diventare una pappamolla.
E io mi sono davvero rotolata sul pavimento in preda alla disperazione.
COSA CAVOLO STAVA SUCCEDENDO?
PERCHÉ I PROTAGONISTI PERDEVANO D’INTERESSE?
Ho iniziato a tempestare Ilaria di messaggi vocali, credevo di essere impazzita, credevo di aver perso un passaggio, credevo di aver ricevuto una copia difettosa.
NON LO SO!
In tutto questo dramma è intervenuta la voce della ragione che mi ha suggerito di prendere una pagina per volta, una scena alla volta, in modo critico.
E così ho fatto.
I personaggi che all’inizio mi sembravano così veri, così perfetti, hanno iniziato a scemare pagina dopo pagina e credo che questo sia dovuto a una, secondo me, sbagliata, ripartizione delle scene.
Nel primo atto c’è tanta di quella carne al fuoco da poter restare scottati, nel secondo non assistiamo a nulla di eclatante, se non la gita al Lago (in assoluto la mia scena preferita). Onestamente mi aspettavo molto di più dal secondo atto: una Summer diversa, forse più sicura e senza paure, una Summer capace di tirare fuori le unghie e di rimettere al loro posto non solo Chad, ma anche tutta Hollywood.
Invece questo non accade.
Summer non è padrona degli eventi, li subisce passivamente.
E questa è una cosa che odio in qualsiasi personaggio, ma soprattutto nelle protagoniste.
Prendi in mano la tua vita e compi il tuo destino, bimba.
Non aspettare gli altri, tutto dipende solo da te.


Credo che sia per questo motivo che il mio personaggio preferito è la nonna, Mallory.
Leggerei un’antologia su di lei. Ha il giusto mordente capace di conquistare il pubblico.
Chad… l’avrei voluto vedere un po’ più attivo.
Super macho per tutto il primo atto, ecco che nel secondo vien pian piano smontato. Ok, mi è piaciuto vederlo a nudo (sia letteralmente che in senso figurato), ma vederlo sprofondare (nuovamente) nell’alcool.
No.
NONONO.


Il romanzo ha potenziale, se lo negassi sarei una bugiarda.
Ci sono scene che sanno strapparti il cuore e altre che sanno farti drizzare i peli sulle braccia. E non dalla paura.
Altre ancora fanno molto ridere.
Mi sono piaciuti gli articoli di giornale e le descrizioni… e lo sapete che non sono un’amante delle descrizioni.
Ma sapete qual è il problema? E prima di darmi addosso… leggete attentamente e cercate di farlo a mente aperta.
Si nota quando un romanzo oltreoceano è scritto da un autore italiano perché aggiunge dettagli che un autore americano da per scontati e che non citerebbe mai.
Si trovano riferimenti che un non appassionato della cultura pop americana potrebbe non conoscere. E sono davvero troppi i riferimenti nerd! Stranger Things, Il Trono di Spade… Non li apprezzo nemmeno quando leggo la Armentrout, quindi figuratevi in questo contesto.
Inoltre… perché cavolo le tette di Summer non vengono chiamate TETTE ma COPPE DI CHAMPAGNE? Ok, una volta ci sta, due ti capisco, tre ti perdono… ma quattro assolutamente no.
La lingua italiana ha un vocabolario ampio, perché non usarlo?

Quindi… The Golden Boy.
Citando una canzone, bene ma non benissimo.
Dato che si tratta di una serie spero di leggere presto anche il prossimo. E ricordatevi, nel caso qualcuno voglia uccidermi, che questa recensione è solamente la mia modesta opinione. Dopo l’ultimo romanzo della Gioia, Non fa più rumore, mi aspettavo davvero molto di più.
E voi? Avete letto questo romanzo o avete intenzione di farlo?
Lasciateci un commentino con la vostra opinione o seguiteci ovunque @AnniDiNuvole!

Un abbraccio e… buona lettura!!

Roberta



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